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The Handmaid’s Tale: la serie tv sulle donne legalmente violentate

Fermatevi un secondo e provate ad immaginare una realtà in cui, improvvisamente, le donne tornano a essere proprietà degli uomini.

Nessuna libertà. Tutta la loro vita viene ricondotta al ruolo di incubatrici in un mondo dove non nascono più bambini. Vengono strappate alle loro famiglie e portate in case dove, ogni mese, vengono violentate dal proprietario di fronte alla moglie (come mostra l’immagine). Portata a termine la gravidanza e lo svezzamento, vengono mandate in un’altra casa per ricominciare tutto da capo.

Qualsiasi forma di ribellione (prima su tutte l’omosessualità) viene punita con una mutilazione: occhi, mani, genitali. O con la morte.

Addirittura alla donna viene attribuito un patronimico, che sostituisce il nome originale. Se il capofamiglia si chiama Stevenson, il suo nuovo nome sarà “DiStevenson”.

Le donne diventano quindi “ancelle”, schiave delle famiglie ospitanti, uteri con le gambe.

The Handmaid’s Tale (Il racconto dell’ancella) è una serie tv sulle donne davvero sconvolgente. Tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood, offre un assaggio di futuro distopico crudo e inquietante. Sono 10 episodi che costringono a riflettere.

La protagonista, June, è una donna forte e indipendente, che si ritrova assoggettata da un nuovo regime autoritario. Sopravvive alla situazione solo per ritrovare sua figlia, ma ad un certo punto gli effetti collaterali della schiavitù inizieranno a farsi sentire. Sola contro tutti, cercherà di trovare la salvezza in qualunque modo possibile, usando gli altri e facendosi usare a sua volta.

Per tornare a essere auctor e agens della propria limitata esistenza June riscoprirà anche il suo essere donna, in un mondo dove ormai il sesso è una cerimonia pubblica e passiva, uno stupro approvato e benedetto.

In questo clima di sconforto, annaspando nell’abbrutimento più totale, incontrerà anime affini. Donne ribelli. Donne a cui le violenze non tolgono la luce interiore, la vita.

Il punto di vista femminile, naturalmente, è duplice. Bisogna prendere in considerazione anche il ruolo delle mogli che “stanno a guardare” inermi mentre i propri mariti penetrano altre donne.

È davvero un mondo distopico? Per secoli le donne sono state oggettificate per il loro ruolo riproduttivo e, ancora oggi, in alcuni Paesi vengono vendute come spose, mutilate, e trattate come “una proprietà”. Questa serie tv ricorda con brutalità una discriminazione attuale e troppo spesso trascurata.

Non è un caso, quindi, se in America la mise delle ancelle (cappello bianco e mantello rosso) viene attualmente utilizzata per le proteste contro la restrizione sull’aborto e, più in generale, contro tutti i provvedimenti che sfavoriscono le donne, specialmente in ambito sessuale e riproduttivo.

handsmaid proteste aborto
Un tweet di esempio

Ovviamente in Italia la serie tv non è stata acquistata. Avevate dubbi in merito?

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