La vita diventa come uno sparatutto: “non pensare, non fermarti, vai avanti”.
Roberto Saviano spiega il coraggio della complessità schierandosi contro il click virale e le notizie facili.
Il messaggio lanciato dal programma del Festival del Giornalismo 2017 parla chiaro: il futuro dell’informazione è in mano al web. Lo dimostrano tutti i corsi volti a formare i giornalisti sugli strumenti dei Social Media e sul Brand Journalism.
Poi, al Teatro Morlacchi di Perugia arriva – deus ex machina – il disubbidiente coraggioso del mio tempo a svelare l’altra faccia delle fenomenali web news.

Roberto Saviano parla del coraggio della complessità in un mondo dove le persone che non sanno fare niente diventano celebrità, mentre chi è capace viene disprezzato.
Al mercato importa che fai rumore, che generi condivisioni. Hai fatto un filmetto porno che è stato divulgato? Sei stato violato nella tua privacy? Meglio! Sarai celebre senza un perché e regalerai tanti guadagni a chi parlerà di te.
L’impegno che conduce alla dignità, la fatica del percorso, svaniscono al cospetto dell’immediatezza, della botta di fortuna.
Lo scrittore porta come esempio Dan Bilzerian, che vuole “morire di figa” e si fotografa tutti i giorni con armi in mano e donne in braccio. Anche lui propone uno stile di vita facile, immediato, senza pensieri, ottenendo milioni di consensi. Persino tra le donne, che si propongono a lui dicendo di valere molto e quindi di meritare un pagamento all’altezza.
#KillingMeSoftly
Per associazione di idee viene proposto un paragone con i ragazzi di Paranza, che riescono a guadagnare tantissimi soldi in pochissimo tempo spacciando droga, consapevoli di rischiare 20 anni di galera o addirittura la morte. Alla fine il filo conduttore è lo stesso: il guadagno facile, senza fatica. La vita breve ma intensa. A prescindere che sia all’insegna della legalità.
Saviano, in un Festival dove si insegna a comunicare social and fast, scardina ancora una volta i dogmi. Palesa come sia difficile fornire ai lettori contenuti di qualità quando vige il click facile, che non richiede lunghi tempi di ragionamento. E chissà se chi mette mi piace ai post di Dan si chiede come sia davvero la vita di chi sceglie di imbracciare le armi immerso in un lusso illegale, di chi preferisce morire giovane piuttosto che lavorare duramente per sopravvivere.
Noi ce la giochiamo. Chi conta muore presto.
Nell’informazione il concetto di fatica risparmiata non è poi così diverso. Chi si informa vuole metterci il minor tempo possibile. Meglio vedere un video divertente, che non necessita troppo sforzo.
Non è un caso quindi se le interviste a persone di talento ormai debbano essere manipolate per diventare rilevanti sui social. La Repubblica sta diffondendo un’intervista a Tiziano Ferro con titoli falsi, costruiti su parole mai proferite dal cantante: “Dopo il tour mi fermo, è il momento di un figlio“. Il video non riporta questa frase, la trascrizione dell’intervista nemmeno. Ma sotto i post su Facebook la gente scalpita, si schiera perché Tiziano è gay e l’idea che voglia un figlio crea dibattiti. Peccato che il cantante abbia parlato di tutt’altro e sia stato il giornalista a chiedergli se era interessato alla paternità. A quel punto Tiziano risponde sì, entro i 40 anni, ma questo è ben lontano dal diffondere un titolo falso, attira click, proponendo un’informazione errata solo per rendere interessante un pezzo che ormai non suscita più curiosità. Cosa gliene frega alla gente dei valori di Tiziano? Del disco di Tiziano? Dei propositi di Tiziano? Alle persone importa solo che è gay e magari vuole un figlio. Allora sì che il contenuto frivolo diventa davvero degno di attenzione per che coloro ovviamente non hanno letto l’articolo o visto il video, ma sono attirati esclusivamente da un titolo FALSO. E parlano, parlano, parlano (o meglio: postano, postano, postano…).
Poco male, penserete, quando alla fine si parla di questioni soft. Ma lo stesso discorso si può applicare ad articoli di informazione relativi alla salute, come quelli sui vaccini.
Ci vuole tempo per capire le cose complesse, ci vuole attenzione.
La vera missione oggi è informare con semplicità. La vera abilità risiede nel raccontare le cose più difficili con parole chiare per arrivare a tutti i lettori. Purtroppo, in un Paese come l’Italia, a una burocrazia dal linguaggio oscuro si contrappone una comunicazione talmente banalizzante che nemmeno mette a confronto le parti. A volte scarta semplicemente l’informazione più complessa, proponendo ai fruitori la versione più digeribile. Quella che si evince da un titolo, magari errato.
L’informazione take away, la pappa pronta. Il mi piace senza pensieri, Hakuna Matata.
E così sia?
2 commenti su “Ci vuole coraggio a essere complessi. Parola di Saviano”