“Alessia esistono anche le cose pratiche nella vita, non solo le recensioni”
Questa è mia madre. Il suo più grande problema è che ceno per fatti miei, a un orario differente dalla normalità. Ma soprattutto, quando inizio a mangiare, deve capire tutto quello di cui farò uso. Lo mangi quello, lo mangi questo… e sparecchia mentre sto ancora masticando, tanta è la fretta di concludere la questione.
Com’era il detto? Vivi e lascia vivere?
A me sembra che qui sia io a non essere lasciata vivere. Ognuno ha le sue paturnie, per carità, ma per quale motivo l’arte e la cultura a cui spesso dedico 48 ore del mio weekend (perché il resto della settimana lavoro dalle 9 alle 18) viene considerato meno di nulla?
Per quale motivo una passione che ti fa scordare di mangiare, che ti fa cenare con due ore di ritardo per quanto sei preso da quello che stai facendo, diventa improvvisamente motivo di sconforto per chi ti circonda?
Sono certa che se lo facessi per un uomo sarei vista meno male…
Eppure sono convinta che siano proprio queste le cose che ti tengono davvero in vita, perché sono solo tue. Tutto il resto, le relazioni, il lavoro, sono spesso basati su aspettative di vario genere o comunque su dinamiche che non dipendono esclusivamente da noi. Queste sono le passioni che salvano, che fanno respirare quando la vita è in apnea, che ti fanno sentire te stesso al 100% a prescindere dal pensiero degli altri. Perché non possiamo seguirle senza remore?
I 4 quesiti della smania convenzionale:
- Perché non mangi con noi?
- Perché vai a teatro tutte le sere?
- Perché vai a teatro da sola?
- Perché preferisci stare un weekend a scrivere piuttosto che uscire con gli amici?
Perché sì. Perché mi appaga in quel preciso istante.
Alle domande si aggiungono le constatazioni:
- Alla prima novità: Perché lo fai? Te sei matta!
- Alla prima frase determinata: “Alessia col tempo è peggiorata”.
- Certo se almeno ti pagassero.
E’ così difficile accettare rapporti non basati sulla consuetudine? E’ impossibile accettare che qualcuno sia trainato da una passione che sia differente da quella sentimentale? E’ così difficile credere che si possano amare tante persone (e animali) pur conservando e preservando dei momenti di rara e beata solitudine?
O l’amore significa condividere il pranzo? L’affetto è mangiare tutta la cicoria?
Il sentimento vero è restare a casa a morire di noia quando là fuori è pieno di spettacoli? E’ uscire e andare a ballare quando l’unico pensiero fisso è quel libro da finire?
Direi di no. Assecondare le aspettative altrui, specialmente se lontane anni luce dalle proprie. Quello sì, è proprio sbagliato.
E io sbagliato non lo dico quasi mai. Perché mi sa di cattolicesimo. E pure quello mi crea parecchi disagi.