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La morte si fa bella (con Taffo)

C’è stato un tempo in cui, quando passava il becchino del paese, la gente si toccava le parti basse per scaramanzia. Posso affermarlo con certezza, perché avevo un amico becchino.

Questo perché la signora Morte, un po’ per la sua ineluttabile imprevedibilità, un po’ perché solitamente genera nei superstiti la foscoliana corrispondenza di amorosi sensi, viene sempre allontanata con paura dai viventi.

Tuttavia, nell’era in cui tutti possono avere una vetrina e chi ha l’occhio lungo abbraccia i servizi di Facebook & Co. senza troppi indugi, anche le ditte di pompe funebri vogliono ritagliarsi il proprio spazio nel mercato della visibilità. Del resto non conosceranno mai la crisi, a meno che non si venga a realizzare quello sciopero della morte ideato da Josè Saramago in un ostico libro intitolato “Le intermittenze della morte“.

Per quanto sarei curiosa di conoscere le spiegazioni della Chiesa in merito a una possibile vita eterna – senza morte – sulla Terra, non credo che il pericolo raccontato dal Nobel portoghese sia dietro l’angolo. La morte è ancora trendy e stenta a diventare old fashioned.

E Taffo Funeral Services ne sa qualcosa.

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C’è chi fa il social media manager e chi crea. Chi gestisce profili social seguendo pedissequamente i dettami del cliente tradizionalista e chi prende un piccolo marchio e lo rende una star.

E poi, c’è anche chi fa tris. Crea, rende un piccolo marchio una star, ma soprattutto rende divertente qualcosa che solitamente spaventa. La signora Morte, appunto.

Per la garbata irriverenza e la voglia di osare l’agenzia KirWeb si merita il titolo di Disubbidiente Coraggiosa.

Il merito di Taffo non è solo quello di aver reso una piccola agenzia di pompe funebri uno “stile di vita” (cito testualmente dai commenti sotto ai loro post), ma anche quello di saper giocare con tematiche forti, sociali, pur restando sempre in tema e senza mai sfociare nel banale.

Ho apprezzato molto sia le loro campagne contro l’omofobia, sia quelle contro i piromani. Più recentemente è arrivata la battuta anche sull’infelice frase di Abid Jee sullo stupro di Rimini. Non mancano iniziative legate all’intrattenimento, come la collaborazione con Netflix per l’uscita del film Death Note: su yourdeathnote.it si può inserire un nome nella black list e ricevere l’epitaffio (divertente) firmato Taffo.

Il tweet dichiarava: TE POSSINO AMMAZZÀ

abid jee taffo

 

Insomma, sarà che il cognome dei fratelli Taffo è tutto un programma, se pensate che in greco antico tafos vuol dire sepoltura, ma nel Centro Italia quando si parla di lutto viene in mente solo un nome, e quel nome è proprio Taffo, accompagnato da un sorriso.

Taffo cavalca l’onda dei trend quotidiani dicendo la sua.

La comunicazione diventa arte quando riesce a raccontare qualunque argomento senza annoiare. E per me Taffo sta realizzando una case history incredibile in fatto di gestione dei social, specialmente in un Paese dove c’è ancora molta reticenza quando si tratta di allocare budget in canali di questo genere.

È stato un piacere ascoltare Riccardo Pirrone al Web Marketing Festival di Rimini: un intervento, che come abbiamo modo di ribadire con gli altri presenti:

Non ci saremmo persi MANCO MORTI!

Se l’agenzia si distingue per abilità, il più grande merito comunque va ai fratelli Taffo, che si sono affidati lasciando carta bianca a chi ha saputo rivoluzionare non solo la loro brand reputation, ma il modo di parlare sui social senza essere ingessati e omologati.

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1 commento su “La morte si fa bella (con Taffo)”

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