Odorata ginestra, Contenta dei deserti scriveva Giacomo Leopardi.
Leggendo i racconti di Sofia Bolognini la prima immagine che ho proiettato nella mia mente è stata proprio quella di un fiore che sopravvive a un ambiente ostile. Solo che in questo caso si tratta di un girasole che spacca il cemento.
In Nasce, cresce deserti ci sono due racconti: “La ragazza col girasole” e “Il Mostro che raccontava storie“. Il primo è propedeutico al secondo, che racchiude il messaggio finale della raccolta.
“La ragazza col girasole” presenta elementi fiabeschi, come animali parlanti e natura incontaminata. Tuttavia, la storia è tutt’altro che lieve. Paralleli alla favola scorrono il mito di Antigone e la sorte di una ragazza moderna che perde suo fratello. Il testo non è solo interessante dal punto di vista delle associazioni tra mito, fiaba e realtà, ma è assolutamente innovativo dal punto di vista lessicale.
La scrittura di Sofia possiede qualcosa che va oltre il pathos scaturito dalla narrazione di un evento tragico. Si tratta della capacità dell’autrice di rendere la natura umana, mentre l’uomo è ridotto a macchina, o peggio, a burattino.
In questa inversione di ruoli, dove non mancano attacchi alla società (dalle morti bianche alle vittime della mafia), la Terra subisce stupri e le lacrime si chiudono negli armadi dell’Ikea.
Sofia, passando dal dolore singolare a quello universale, unisce i mali del nostro tempo e quasi li vomita sulla carta per liberarsene. Come se la scrittura di questo flusso di coscienza possa regalarle l’effetto catartico di cui ha bisogno.
Nel nome di questa città immemore,
enorme, svuotata.Antigone appicca il fuoco alla casa
per l’ennesima volta.Non chiedetevi come sono morta, ve
lo dico adesso come sono morta: disoccupata. Precaria. Senza
figli.Ecco guardate cittadini il mio profilo migliore, acclamatemi
spoglia come un ramo, innocente
E questa ricerca, forse, finisce proprio nel racconto del Mostro, dove a tutto il male interiore ed esteriore si risponde con l’unica frase che a volte dà senso all’esistenza:
«Ho voglia di…» amare. Per sempre.
Così, giocando con un titolo che ricorda il celebre spot della Pampers, Sofia Bolognini regala un testo intenso, pieno di molte cose, ma una su tutte: talento.