“La voce delle donne” è un progetto fotografico, realizzato da Sergio Battista, che dà voce all’universo femminile per abbattere violenze fisiche e psicologiche.
Proprio qualche giorno fa mi sono sentita dire: Ma chi te lo fa fare?
L’interlocutore si riferiva alla smodata attenzione che dedico alla questione di genere e, specificatamente, alla violenza sulle donne. Sarebbe bello vivere in un mondo dove le donne vengono maltrattate solo nelle serie tv, come nella recente The Handmaid’s Tale. Sarebbe bello se fosse solo una distopica invenzione dell’estro di qualche scrittore. Ma non è così.
Parole come femminicidio e violenza domestica sono entrate nel linguaggio comune a causa della costante presenza delle donne nella cronaca nera.
Non è smettendo di parlarne che potremmo illuderci di aver vinto questo male.
Non è pensando che al mondo ci sono mali peggiori che potremmo sfuggire al peso che grava sulle nostre teste in quanto società definita “civile”, che poi tanto civile non è. L’unica cosa che possiamo fare è parlarne con chiarezza, senza scadere nel patetismo o nei luoghi comuni che i giornali amano tanto quando parlano di “delitti passionali”, “fidanzati troppo gelosi” e “fidanzate troppo belle”.
Se è lo stereotipo inconscio di una società patriarcale ad instillare in alcuni uomini la certezza di poter sfigurare con l’acido la compagna che lo ha appena lasciato, non è con le frasi stereotipate che si può creare un dialogo costruttivo. Il fatto che gli uomini esercitino violenza sulle donne altro non è che un retaggio, più o meno inconscio, che prevede l’oggettificazione della donna.
Negli ultimi 10 anni solo in Italia abbiamo avuto 1740 femminicidi, e il numero sale di giorno in giorno. Inoltre basta osservare con attenzione i rapporti uomo-donna, soprattutto in ambito familiare, per capire che c’è qualcosa che ancora non funziona come dovrebbe. Si rilevano, ancora ai giorni nostri, rapporti distorti da soggezioni di genere oramai desueti e mancanze di rispetto. Credo che il femminicidio sia solo la punta dell’iceberg, l’evento drammatico che tutti vedono, mentre i condizionamenti culturali spesso non sono evidenti e vengono sottovalutati dalle stesse donne, pur essendo il fondamento delle violenza fisiche e sessuali.
La forza delle donne? È mettersi in gioco.
Ci sono molte donne che raccontano le donne. Ma trovo ancora più interessante quando sono gli uomini a voler raccontare la violenza subita dalle donne. La voce delle donne – considerazioni al femminile riguardo alla violenza di genere è un progetto fotografico firmato da Sergio Battista. Nella pubblicazione di 70 pagine si trovano due sezioni:
- “Le Confidenze”, in cui 21 donne sono state fotografate e hanno scritto un testo con le loro considerazioni sulla violenza di genere (sia fisica che psicologica);
Ho coinvolto donne dai 20 anni agli over 50, di professioni e condizioni diverse e con esperienze di vita differenti. Ho iniziato a contattare le mie conoscenti che, entusiaste del progetto, mi hanno presentato alcune loro amiche. Così siamo arrivati a 21 partecipanti che si sono prestate sia con la loro immagine, che con i loro pensieri. Le ringrazierò sempre per averci messo la faccia con eleganza e determinazione ponendo le basi per la creazione di un lavoro profondo ed emotivamente importante.
- “Le Grida”, 18 fotografie in bianco e nero scattate durante la manifestazione “Non una di meno” del 26 Novembre 2016 a Roma.
La violenza nell’immaginario comune rende vittime: chi sono le protagoniste del libro?
Le donne presenti nel libro hanno manifestato il fastidio per alcuni atteggiamenti, comportamenti culturalmente codificati dei quali spesso neanche comprendiamo quanto possano essere molesti. Loro hanno manifestato ed incitato alla consapevolezza femminile, al coraggio e alla denuncia. Sono parole di donne sensibili e al contempo coraggiose – tipici tratti del femminile – che, immerse in questo contesto culturale ancora troppo patriarcale, dicono la loro guardando l’interlocutore di turno dritto negli occhi. Credo che La Voce delle Donne sia un libro che può essere fonte d’ispirazione per le donne, ma fondamentale da leggere per gli uomini.
Violenza fisica, ma anche psicologica: quella fatta di “occhiolini” e pregiudizi. L’una più manifesta, l’altra più latente: quale è la forza delle donne, in tal senso, agli occhi di un uomo che le immortala?
Penso apertamente che il ritratto fotografico sia la rappresentazione di un’incontro; un incontro fugace dove si cerca di carpire il più possibile del soggetto con gli strumenti che abbiamo a disposizione: attraverso le nostre esperienze, i film che abbiamo visto, i libri che abbiamo letto, le immagini mentali che ci hanno sostenuto, le storie che abbiamo vissuto. Ne consegue che il soggetto viene necessariamente investito dal vissuto del fotografo. Detto questo, dopo aver condotto 21 sessioni fotografiche finalizzate a questo progetto, credo di poterti dire che la forza delle donne, o meglio, di queste 21 donne, sia il mettersi in gioco, la capacità di scavare nel proprio vissuto, il coraggio di dire la propria versione dei fatti ma sempre con garbo e con una grande sensibilità. Semplicemente da donne.