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Cultura al Femminile: un stanza (virtuale) tutta per sé

Un’intervista corale, in cui voci differenti si intrecciano per armonizzare un progetto comune. Che parla di donne, ma che è per tutti.

Di Virginia Woolf non potrò mai dimenticare quella frase su Jane Austen che scrive di nascosto in salotto, che non ha una stanza tutta per sé. Una stanza, che non rappresenta solo lo spazio intimo in cui può esprimere se stessa con la penna, ma anche un luogo effettivo in cui, seppur nella privacy domestica, può far parte del mondo.

Perché di case chiuse le donne ne hanno viste molte in passato, mentre, abbandonate come eterne bambine, fungevano da specchio per riflettere le gesta dell’uomo.

Ad oggi molti confini sono stati abbattuti. Alcuni con il sangue, altri con i roghi, altri ancora con le parole. Eppure le donne, per dirla come avrebbe fatto Oriana Fallaci, vengono ancora considerate una fauna a parte. La Letteratura è ancora qualcosa di tradizionale, scolastico – e dunque maschile – e la Letteratura di Genere viene vista invece come una faccenda a parte, la novità del momento, la branca di studi che re-inserisce le donne in un ambito prima precluso.

E non perché non siano mai esistite donne geniali, s’intende. Ma perché sono state volutamente escluse dalla vita pubblica.

Nel modernità delle “pari opportunità” la cultura femminile è ancora un motivetto che le donne cantano per loro stesse. Agli eventi dedicati alle donne, anche durante manifestazioni del calibro del Festival del Giornalismo, partecipano solo donne. Certamente hanno voglia di aggregarsi per esprimersi. Similmente, però, hanno voglia di una stanza che inglobi anche gli uomini. Del resto, non sono loro ad aver escluso l’altro per secoli.

Negli 4 ultimi anni ho potuto assistere alla fioritura degli studi di genere in italia, interesse prima riservato prettamente all’accademia angosassone. Non è un caso, quindi, se in un contesto dinamico in cui si inizia finalmente a parlare di sessismo linguistico e di femminicidio, sia nato un team femminile che si è creato una stanza virtuale tutta per sé, per poi aprirla a tutti.

Si tratta del sito Cultura al Femminile, che frequento da qualche tempo grazie al gruppo facebook, uno spazio infinito in cui la parola non si perde mai nel vuoto, ma echeggia per diventare dialogo.

Emma Fenu, la presidente, racconta la sua nascita come in una fiaba:

Una mattina di dicembre del 2015 mi svegliai con un’idea e fu un attimo rendere realtà Letteratura al Femminile, un gruppo facebook in cui esprimersi sui libri, sul leggere e sullo scrivere; un salotto virtuale sulle donne e per le donne, non di donne. Troppo abbiamo taciuto in epoche neppure troppo lontane: è ora di dare voce a tutte, a quelle che non sono più e a quelle normali, ai margini della comunicazione di massa, ma che fanno la società e, passo dopo passo, senza onori, la storia. Con gli uomini, accanto a loro.

Poi il rospetto, incline a farsi baciare dalle principesse, crebbe e volle una propria appendice: nacque prima un blog e poi un sito, ossia Cultura al Femminile.

Il gruppo dello staff si autodefinisce “l’Allegra Combriccola“, un nome che mi ha fatto sorridere proprio per la genuina spontaneità: “Si tratta di un organismo di sette membri, eterogeneo per carattere e formazione culturale, ma estremamente compatto”, spiega Sabrina Corti.

Ci sono due gruppi di gestione: uno si occupa principalmente di supervisionare il gruppo facebook, nel caso sorgano problematiche riguardanti tranquillità o educazione degli utenti. Il secondo gruppo, la redazione, riguarda la gestione del sito. Inoltre esiste un mini staff tecnico, che si occupa del SEO e risolve problematiche relative al sito. Detto così sembra che abbiamo ognuna un compito diverso… in realtà lavoriamo tutte insieme!”, specifica Altea Alaryssa Gardini.

Dal corposo gruppo facebook, quindi, sono nati “relazioni e interessi comuni molto forti, non solo passione per la letteratura, ma anche per la musica, l’arte, la maternità, l’educazione, ma anche la difesa per i diritti sociali e la condanna contro la violenza di genere come racconta Lina Mazzotti.  Dal semplice confronto sui libri, aggiunge Francesca Bleu, “sono nate anche delle amicizie”. Interessante l’osservazione di Anna D’Auria: “Grazie al gruppo e al sito mi si è aperto il mondo degli autori emergenti, prima sconosciuto per una certa diffidenza soprattutto verso gli autopubblicati. 

L’esigenza, come ben spiega Elvira Rossi, è quella “di essere sempre più presenti nel dibattito culturale come soggetti attivi. Lo spazio virtuale, infatti, favorendo un’interazione immediata e costante, genera anche rapporti di conoscenza e amicizia reale”. Secondo Tatiana Pagano, inoltre, non c’è abbastanza spazio per le donne nei comuni mezzi di informazione, per questo si sentiva la necessità di crearne uno.

Una voce nuova, insomma, come spiega Franca Adelaide: Non si tratta di un’oasi, un luogo deputato e protetto. È una necessità, invece, per tutte noi donne, di far sentire voci di rinnovamento. E il rinnovamento, checché se ne dica, oggi è donna“.

Paola Caramadre afferma:

Cultura al femminile è uno spazio ancora da disegnare, anzi un salotto ancora da arredare. È uno spazio aperto all’insegna della discussione e del confronto, non inteso come nicchia legata esclusivamente alla scrittura di genere. Anzi, è proprio il contrario, in quanto si propone di far emergere una sensibilità nuova, aperta e inclusiva, che presta attenzione alle marginalità e amplia gli orizzonti. Uno spazio unico nel mondo editoriale del quale c’è bisogno.

Effettivamente nel gruppo vengono proposti molti temi e attività, che poi prendono vita nel sito. Una sezione che mi ha molto colpito è quella delle Lettere, che Liliana Sghettini definisce poeticamente una corsa ai sentimenti, “perché con la scrittura epistolare si mette a nudo se stessi molto più che in altri tipi di espressione.” Come racconta Cristina Sferra abbiamo pensato che fosse un piacevole stimolo per gli utenti di Letteratura al Femminile, al fine di invogliarli a interagire e partecipare alla vita del gruppo e del sito dando il loro prezioso contributo, così come avviene con il contest “Amarcord” e con quello, appena nato, “Tutto su mia madre“. Non è escluso poi che, nell’ottica di una crescita futura, i testi raccolti entrino a far parte di altri progetti!”

A proposito di altri progetti domando a questo meraviglioso coro di donne cosa vedono nel loro futuro. Risponde Elvira Rossi: “Noi agiamo con la serietà delle professioniste e la modestia delle dilettanti. Sarebbe opportuno riflettere insieme e interrogarci sulle prospettive. Prosegue Cristina Sferra: “Le idee si muovono e la progettualità è in continuo divenire, ma è difficile dire dove ci condurrà questa strada.” Conclude Emma Fenu: Ho in mente mille idee per il futuro e so che potrò confrontarmi con uno staff d’eccezione.”

E gli uomini? Che posto hanno in questo universo femminile? Se le donne trovano “un posto per condividere letture, idee e progetti”, come afferma Anna Maria Brattoli, la controparte Iinteragisce poco, limitandosi a leggere: “forse ci osservano, incuriositi dal mondo femminile”. Secondo Evira Rossi, invece, gli uomini sono “intimiditi dalla presenza femminile, che risulta essere maggioritaria. Eppure sono accolti con la stessa disponibilità con cui sono ricevute le donne. Noi li vorremmo più presenti e attivi. Comunque, ci riproponiamo di riflettere su questo aspetto, per guadagnare una partecipazione maschile propositiva, convinta e convincente.”

Chiosa perfettamente Giulia LaFace: “Trovare l’universo femminile attraverso la scrittura è una ricerca, secondo me, per scoprire ciò che “le donne non dicono” altrove. Alcuni si propongono con la propria scrittura, cercando forse un modo per agganciare un universo femminile che conoscono solo per alcuni aspetti o… che credono di conoscere.”

Cultura al femminile è viva, è nostra figlia, ci assomiglia e a volte si ribella a noi, per seguire la sua strada nel mondo. Non so dove si recherà, trascinandomi con la sua manina per strade assolate e sentieri boscosi, ma la seguirò, la seguiremo. La seguirete, se vorrete, anche voi. È ancora amatoriale, ma anche molto amata e amabile.

Parola di Emma Fenu e del suo fantastico team.


Lo staff è molto numeroso, ecco i volti di chi ha partecipato all’intervista:

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