Il messaggio di Wonder Woman 2017 è molto chiaro: bisogna credere sempre nelle proprie capacità, anche quando si ha paura di deludere gli altri.
Ammetto di non essere una grandissima fan dei supereroi. Quindi gli appassionati Marvel e Dc non troveranno in questo articolo la critica di un’esperta. L’unico motivo per cui sono andata a vedere Wonder Woman è la mia passione per l’universo femminile.
Inoltre, dopo aver letto che alcune donne sono scoppiate a piangere durante alcune scene del film, volevo assolutamente saperne di più.
Partiamo dall’inizio. Prima di Wonder Woman 2017 conoscevo e ricordavo solo la serie televisiva anni Settanta. Non avevo idea che origini dell’eroina fossero legate alle amazzoni e questo mi ha totalmente spiazzata.
In totale sono tre ore di film, ma non pesano. In alcuni momenti ho avuto l’impressione che si stesse esagerando un po’, ma del resto gli americani lo fanno spesso.
Diana Prince altro non è che Diana di Themyscira, figlia di Zeus e della regina delle Amazzoni, la fantastica Ippolita. La prima ora di pellicola in cui viene descritta la vita delle amazzoni e la crescita di Diana è splendida.
La piccola dimostra subito la voglia di voler essere addestrata nonostante la reticenza della madre. Una disubbidiente coraggiosa da subito, insomma.
Talmente disubbidiente da lasciare la sua isola paradisiaca per seguire uno sconosciuto e andare a caccia del dio Ares, che sta portando la guerra nel mondo.
Il coraggio di Diana viene da una sensazione interiore: quella di sapere quando è il momento di andare, anche se questo significa ferire i propri cari. In questo caso sua madre, che fa molta difficoltà ad accettare il destino da eroina della figlia.
Se io rimanessi chi sarei?
Il bello di questo personaggio (oltre al fascino dell’attrice Gal Gadot) risiede proprio nella determinazione di Diana. Di fronte al team di uomini che le dice di lasciare perdere perché “non si può salvare tutti”, lei va per la sua strada, totalmente consapevole delle proprie capacità, anche se le sta sperimentando per la prima volta.
È la terra di nessuno, dice il suo compagno di avventure, “No man’s land” in inglese. Ma lei la salva comunque. La attraversa schivando bombe e proiettili, because she’s not a man.
E questo è un bel messaggio da trasmettere, cioè quello di seguire sempre le proprie risorse interiori, anche quando gli altri ci dicono che un’impresa è impossibile.
SAPEVATELO
Il nome greco Ἀμαζών (amazòn) è di dubbia etimologia. Potrebbe significare “senza seno“. Secondo alcune fonti mitografiche, infatti, le Amazzoni si mutilavano la mammella destra allo scopo di tendere meglio l’arco. Molti autori invece ritengono che l’occultamento o la mutilazione degli attributi femminili venissero effettuati per migliorare le abilità guerresche, comunemente reputate qualità maschili.